- Si dovrebbe lavorare per far tornare i movimenti a Genova - dice Antonio Bruno nel foyer del Teatro della Corte. Bruno è un rosso-verde storico di Genova, lavora con il comitato Verità e Giustizia. E' uno di quelli che c'è sempre. Come tutti quelli che ieri sono passati alla mostra "Ri-costituente" una sorta di medicina della memoria somministrata nel quarto anniversario delle giornate del luglio 2001. Ci sono sempre anche quelli che al mattino erano davanti la prefettura di Genova a reclamare il ritiro delle truppe dall'Iraq anzichè il rifinanziamento della loro missione. Sempre, come gli altri che contemporaneamente, seguivano a Palazzo di Giustizia l'ennesima udienza del processo contro 26 manifestanti di quel luglio inseguiti da allora dall'accusa di devastazione e saccheggio per cui rischiano da otto a 15 anni di carcere.
Senza fare numeri, il drappello degli "imprenscindibili" non è paragonabile al fiume dei trecentomila che inondò la città contro il G8. Antonio pensa che il movimento non abbia ancora elaborato il lutto: - I gruppi fanno ciascuno le proprie cose in questi giorni, l'Arci a Cecina per il meeting antirazzista, i giovani comunisti a Ostuni, il contratto mondiale per l'acqua... Genova dovrebbe essere una scadenza nazionale invece è un appuntamento di testimonianza -.
Ce ne è abbastanza per riaprire un dibattito, lungo ampio articolato che non si esaurisca in alcune battute per un articolo. Va detto però che i "testimoni di Genova" - pochi o tanti - sono allergici al reducismo. Peppino Coscione, presidente del Comitato Piazza Carlo Giuliani, solo pochi giorni fa ha consegnato al presidente del Senato Pera, 10mila firme di cittadini che chiedono che non si ripetano più quegli abusi e quelle violenze. Si continuano a produrre libri (come quello di Lorenzo Guadagnucci, recentissimo, "La seduzione autoritaria" che sarà presentato qui a Genova venerdì), opere teatrali e iniziative su quelle giornate, su Carlo e sull'altro mondo possibile. Da tempo stanno marciando anche proposte che tentano di attirare l'attenzione della politica ufficiale: una legge che renda riconoscibili agenti e carabinieri impegnati in ordine pubblico, un'altra per la rimozione del segreto di Stato nelle inchieste per strage, l'istituzione di serie inchieste parlamentari e una giornata della memoria per le centinaia di morti per mafia, per stragi di Stato o per mano di tutori dell'ordine mentre tentavano di esercitare il diritto a manifestare. - Genova - continua Coscione che di mestiere fa il professore di Storia - continua ad essere al centro di una grande narrazione popolare -.
Eppure tutto questo non riesce più a bucare lo schermo dei grandi media. Da un lato il più grande giornale cittadino ignora completamente gli eventi, dall'altro la Federazione nazionale della stampa è stata appena riconosciuta dal tribunale come parte civile nel processo Diaz perchè quella notte, nella mattanza cilena, furono pestati, violentati, derubati anche molti giornalisti. - E' una schizofrenia grave -, ammette a "Liberazione" Paolo Serventi Longhi presidente della Fnsi che ieri era a Genova a presentare il primo degli incontri, nel teatro della Corte incastonati intorno ad alcune parole chiave: resistenza, costituzione, lotte per i diritti, repressione, stragi, autoritarismi. Tutto si svolgerà intorno a quella mostra dove si rilegge la storia d'Italia attraverso gli articoli della Costituzione e tutte le strategie della tensione che ne hanno impedito la piena attuazione. Protagonisti del dibattito ieri quattro "vecchi" partigiani (il prete degli ultimi don Gallo, Lidia Menapace, il vice presidente nazionale Anpi Raimondo Ricci e Teresa Mattei, classe 1921, deputata alla Costituente le sue parole sono state portate in teatro dalla storica Anita Ginella) hanno spiegato a Serventi Longhi e a Gianfranco Benzi della Cgil le implicazioni di resistenza e costituzione per questo Paese. Domani si cercherà di far fronte agli attacchi alla Costituzione che vengono dalle "riforme" del governo Berlusconi e dalle insidie di quella Carta Europea che i francesi e gli olandesi hanno appena bocciato. Sabato si concluderà la serie di incontri declinando le resistenze possibili e quelle in corso dopo una mattinata dedicata ai lavori delle "Reti meno Invisibili" (www. reti-invisibili. net) un progetto per tenere insieme tutte le associazioni di memoria (i familiari e i compagni delle vittime di mafia, di piazza, di stragi).
Oggi non c'è nessun dibattito in cartellone. Oggi è ancora la giornata di Carlo. Fin dal primo pomeriggio ci sarà musica e poesia sul palco allestito nella piazza dove un carabiniere lo ha ucciso dopo alcune ore di scontri innescati dalla carica senza ragione di un plotone di carabinieri contro un corteo autorizzato e fino ad allora assolutamente pacifico. Nessuno risponderà mai di quel gesto perchè una frettolosa archiviazione ha impedito il pubblico dibattimento che chiedevano i genitori di Carlo e il movimento. Continuano le battaglie legali per la difesa dei manifestanti e per i processi ai tutori dell'ordine imputati per le violenze e gli abusi della Diaz e di Bolzaneto. Sono battaglie che costano e il concerto di stasera - Assalti Frontali e Banda Bassotti al Csoa Terra di nessuno - servirà proprio a sostenere gli sforzi del Legal Forum.
Intanto approda a Palazzo Madama la polemica sulle promozioni dei responsabili dell'ordine pubblico nel G8 2001.
- Prima Canterini e Perugini, adesso Gratteri e Luperi: De Gennaro promuove gli esponenti delle forze dell'ordine che figurano tra i principali indagati nei processi successivi al G8 di Genova -. Lo ha detto in un breve intervento in Aula del Senato Gigi Malabarba, capogruppo del Prc sollecitando la discussione sull'istituzione della commissione d'inchiesta sui fatti di Genova, di cui è primo firmatario, che figura da due anni e mezzo come secondo punto del calendario dei lavori di Palazzo Madama.
- Il prefetto De Gennaro - ha detto ancora - sta riorganizzando le strutture di repressione sotto la propria autorità e su quella impostazione filoatlantica, che vuole cancellare qualsiasi ruolo autonomo degli stessi servizi di Intelligence. Ne sono la riprova le promozioni dei suoi fedelissimi, il via libera ai sequestri della Cia in Italia e il contrasto al Sismi, di cui Nicola Calipari è rimasto vittima non casuale. Ma sarebbe ora che le forze democratiche di questo paese cominciassero a sollevare qualche problema sullo strapotere di questo signore, che si è rafforzato in modo inquietante, assai al di sopra degli schieramenti politici -.