IL GIUDICE Roberto Bonino ha convocato Placanica per il 27 gennaio 2014. In quella stessa data verrà sentito anche un altro "convenuto", il vicequestore Adriano Lauro che il 20 luglio del 2001 aveva l'incarico di gestire l'ordine pubblico nella zona di piazza Alimonda dove il colpo di pistola, esploso dal carabiniere Placanica dall'interno della jeep assaltata dai manifestanti, uccise Carlo. L'archiviazione dell'indagine penale nei confronti del carabiniere (gli venne riconosciuta la legittima difesa e i periti balistici sostennero che il colpo esploso non ad altezza d'uomo, venne casualmente deviato verso il basso da un calcinaccio lanciato da un altro manifestante) è sempre stata vissuta dai familiari della vittima come un black out di giustizia. Non solo sulla dinamica dello sparo, ma anche sulla gestione dell'ordine pubblico e sulle ferite che sarebbero state inferte al corpo di Carlo già agonizzante. La causa civile è stata così intentata dai Giuliani contro il ministero dell'Interno e quello della Difesa citati anche attraverso i loro rappresentanti dell'epoca, il vicequestore Lauro e il carabiniere Placanica. Ieri il giudice ha sciolto la riserva sull'istanza presentata dal legale dei Giuliani, l'avvocato Gilberto Pagani, che chiedeva l'interrogatorio di Placanica e Lauro. Oltre ad ammetterli, il giudice ha fissato altre tre date, il 3, il 10 e il 17 febbraio per l'audizione di alcuni testimoni e infine per decidere se l'istruttoria avrà bisogno di ulteriori approfondimenti. Complessivamente sono stati indicati i nominativi di una ventina di testimoni ma il giudice ne accetterà probabilmente dieci. Nell'elenco compaiono poliziotti, carabinieri, ma anche medici come Paolo Cremonesi, primario del pronto soccorso del Galliera, che quel giorno intervenne con il 118 e il cronista di Repubblica Giuseppe Filetto che recuperò il bossolo del proiettile che uccise Carlo.
«Il processo ci è stato negato - aveva detto di recente Giuliano Giuliani, padre di Carlo - ci hanno privati di un dibattimento che poteva condurci alla verità. Per questo adesso tentiamo la causa civile, citando l'ex carabiniere Mario Placanica e l'allora responsabile della piazza, il vicequestore Adriano Lauro. Il pm e il giudice non hanno nemmeno valutato le immagini di quel giorno. E penso soprattutto a quella immagine dove un carabiniere spacca la testa di Carlo, ferito al volto dal proiettile ma ancora vivo, con un sasso. Quella è un'immagine fondamentale come le altre del resto, che la procura e il giudice non hanno voluto valutare». In sede civile «non è stato chiesto alcun risarcimento - ha detto l'avvocato Pagani - non è questo che ci interessa. Vogliamo un processo e che sia riconosciuta la responsabilità del Viminale ».
Di recente, Giuliano Giuliani ha anche pubblicato un suo libro dedicato alla ricostruzione della morte del figlio. Si intitola "Non si archivia un omicidio", e attraverso atti giudiziari, testimonianze di manifestanti e immagini di quel giorno fornisce una versione di quanto accadde alternativa a quella giudiziaria.