PESANTE come il ricordo che porta con sé, da ieri c'è un blocco di granito nel verde di piazza Alimonda. Granito bianco, che quasi acceca quando il sole lì si riflette e riflette le parole "Carlo Giuliani Ragazzo", tutto in stampatello, e la data che nessuno più dimentica, 20 luglio 2001.
Dodici anni dopo la morte violenta di un manifestante al G8 di Genova, da Carrara è arrivato il nuovo monumento alla memoria. Lo hanno portato in piazza i portuali genovesi della Culmv, perché, come dice Giuliano Giuliani, padre di Carlo, «la vecchia targa era stata più volte danneggiata, e contro le teste di "marmo" abbiamo pensato di sostituirla con un blocco di granito».
Quando l'orologio segna le 17.27, momento esatto degli spari mortali del carabiniere Mario Placanica, a scoprire il cippo avvolto nella bandiera della pace sono Haidi, madre, ed Elena, sorella di Carlo. È il momento che renderà il dodicesimo anniversario dall'uccisione di Giuliani diverso da tutti gli altri, passati e futuri. Anche se le centinaia di persone che hanno applaudito, intonato Bella Ciao e i cori, divenuti fraterni, per l'allora 23enne genovese, ieri hanno sentito dagli altoparlanti la voce di chi ogni 20 luglio in piazza Alimonda non mancava mai. È stata la prima volta senza don Gallo, e non potevano mancare gli applausi quando le casse hanno sputato a tutto volume le sue parole, sempre arrabbiate ma piene di speranza nella gioventù: «Ci saremmo sentiti un po' più soli senza il suo coraggio e la sua testimonianza », dice Giuliano Giuliani.
A don Gallo hanno pure dedicato una canzone, "Anarcangelo", suonata da uno dei tanti gruppetti che si alternano sul palco, ennesima dimostrazione di quanto il prete del Porto abbia fatto breccia nel cuore e nella testa di tanti ragazzi italiani. Non manca mai la musica, le strofe di battaglia, quest'anno inframmezzate anche dalle parole al femminile di Teresa Mattei, nata a Genova, partigiana, comunista, la più giovane eletta all'Assemblea Costituente, morta appena quattro mesi fa. La pioggia ha bagnato soltanto l'inizio della manifestazione organizzata dal Comitato Piazza Carlo Giuliani, poi panini al salame per tutti e via con le danze. Scivola via il discorso contro l'indifferenza di Gramsci, vecchio di quasi cent'anni e fresco come fosse stato scritto ieri, la notte è ancora giovanissima e la festa intrisa di ricordo per cena si sposta al centro sociale Pinelli.
Oggi è un'altra giornata di brividi e sorrisi: dalle dieci del mattino al campo Cà De Rissi, a Molassana, torneo di calcio a cinque "Carlo Giuliani 2013", con squadre da tutta Italia. Stasera alle nove la fiaccolata da piazza Alimonda alla scuola Diaz, il teatro della macelleria messicana e dei pestaggi brutali delle forze dell'ordine.
Domani mattina in quell'edificio entreranno anche alcuni dei manifestanti picchiati nella notte "cilena" del 2001. Dodici anni dopo, molti sono ancora sono in cura, tormentati dal ricordo. Proveranno a superare il trauma nel luogo dove, per dirla con Amnesty International, andò in scena "la più grande sospensione della democrazia in occidente dopo la seconda guerra mondiale".