L'estintore lo raccolse solo quando vide la pistola spianata, impugnata da killer. Ma per le carogne il vandalo è lui.
Il carabiniere che lo sfregiò con una pietra mentre moriva risponde agli sms della sua donna, probabilmente, e fantastica sulla prossima vacanza.
Il fotografo che era in piazza Alimonda quel giorno, non ha mai voluto dire cosa gli disse un altro armigero mentre schiacciava il suo viso sul viso del ragazzo a terra.
Gli ufficiali comandanti venivano dalla guerra e alla guerra tornarono anche dopo quella vittoria.
Chi ruppe una vetrina sconta dieci anni di galera. Chi lo ammazzò aspetta che si schiudano i fiori della dodicesima primavera.
Vicino alla pistola che sparò, i fascicoli su quei fatti sono coperti di polvere in tribunale che ci si possono disegnare ghirigori con la punta dell'indice.
Il prete della chiesa della piazza l'ha spuntata anche lui facendo togliere ogni segno di sdegno dalla ringhiera. Il nome della piazza non è cambiato.
Il sindacalista di polizia rivendica l'omicidio a ogni anniversario e quello di altri come lui.
Il mondo è distratto dall'arrivo del nuovo papa dalla fine del mondo così come quando venne al mondo era distratto dal rapimento Moro.
Sua madre, suo padre e sua sorella hanno milioni di figli e fratelli sparsi per il mondo. Ma chi ordinò di sparare ha milioni di sicari ai quattro angoli del globo e anche dove non te l'aspetti. Non c'è spazio per gli indifferenti e i neutrali.
Oggi è il compleanno di Carlo Giuliani, ragazzo.