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A Berlino un parco per Carlo Giuliani
Guido Ambrosino
Fonte: Il Manifesto, 3 maggio 2011
3 maggio 2011

Su una stella a cinque punte in metallo brunito c'è scritto «Carlo Giuliani Park», parco Carlo Giuliani. La stella è attaccata asimmetricamente su un'asta alta tre metri, come una bandiera. Tra gli alberi che la circondano, ricoperti dalle foglie ancora tenere di una primavera tardiva, si rischia quasi di non vederla. È stata messa lì il primo maggio, e per l'occasione sull'area verde tra il Bethanien - un ex ospedale trasformato da anni in centro sociale, con molti atelier per artisti - e l'Engeldamm, si fa festa. Su un palco suona la band Barrio antifascista. Giochi avventurosi per i bambini: assicurati con un'imbracatura da alpinisti e una corda ancorata a un solido ramo, si arrampicano su torri di cassette di plastica incastrate una sull'altra, fin quando la traballante costruzione non crolla.
L'idea di dedicare un parco a Carlo Giuliani, nell'imminenza del decimo anniversario della sua morte il 20 luglio 2001, è venuta a gruppo di berlinesi che erano a Genova in quei giorni, e che non hanno dimenticato le violenze e gli abusi della polizia: «Quel che è successo a Carlo, ucciso da una pallottola sparatagli da una camionetta dei carabinieri, avrebbe potuto capitare a chiunque di noi».
«Questo parco - hanno scritto in un loro appello - vuole essere uno spazio libero, che appartenga alla gente, un luogo dell'incontro e del rispetto, un parco senza consumo, senza coazione alla competitività, senza fobie securitarie e sorveglianza». Lo spazio verde, ancora ufficialmente senza nome, è gia racchiuso tra zone «liberate», al margine di Kreuzberg, dove prima passava il muro che separava il quartiere da Berlino est. È come incastrato tra il centro sociale di Bethanien, due Wagenburg - accampamenti permanenti di «case su ruote», dove si vive senza pagare l'affitto - un asilo d'infanzia e altri uffici di assistenza sociale.
Viene letto un messaggio di Haidi Gaggio, la madre di Carlo: «Che bella cosa uno spazio libero dal mercato, un parco di tutti e di tutte. Difendetelo e abbiatene cura, più che se fosse il vostro privato giardino di casa. Perché la nostra unica ricchezza sono i beni comuni: l'aria, l'acqua, la terra, quello che ancora si salva dall'inquinamento e dalla speculazione edilizia (...). Grazie per quello che fate oggi».
Chissà se il cartello col nome del parco potrà restare. «Non abbiamo chiesto il permesso di metterlo. Ma se provano a toglierlo, raccoglieremo firme per farlo tornare».