«Cassandra: Genova 2001-2011» sarà il titolo di un mese di forum, dibattiti, incontri a livello internazionale che avranno come cuore una tre giorni dal 20 al 22 luglio del prossimo anno, a Genova.
«Genova è stata Cassandra - ha detto il portavoce dell'allora "Genoa Social forum" Vittorio Agnoletto, ieri mattina a Sant'Agostino davanti a una sala piuttosto piena con pochi esponenti del movimento di dieci anni fa visto che erano presenti solo la presidente dell'Arci Raffaella Bolini e Alfio Nicotra della segreteria nazionale di Rifondazione comunista - i temi di cui dibattevamo allora, dall'ambiente alla guerra, dal rispetto dei diritti umani a un'economia solidale e i rischi della globalizzazione, si sono rivelati profetici», ha continuato Agnoletto.
Si parlerà dunque di controllo sociale, guerre, repressione, difesa dei beni comuni a partire dall'acqua, diritti umani nostri e degli immigrati, per passare a fare cose concrete, come ha invitato Haidi Giuliani: «Mi auguro che siamo capaci di renderci conto che l'emergenza della democrazia sempre più autoritaria e sempre meno democrazia richiede uno sforzo in più, essere solidali ma per incidere». Ci sarà una mostra di un mese, dalla fine di giugno alla fine di luglio, a Palazzo Ducale, spazio già concesso dal Comune di Genova e dalla Fondazione della cultura. Sarà organizzata da Progetto Comunicazione che dal «Libro bianco», che fu allegato a diversi giornali compreso il manifesto all'indomani del G8, ha segnato anno dopo anno nuove riflessioni con mostre sulla Costituzione, le realtà resistenti, il lavoro e altri temi di stretta contemporaneità. Ci saranno dibattiti con piazze tematiche come suggeriscono quelli che a Genova hanno organizzato lo Sbarco un mese fa, quando da Barcellona sono arrivati a Genova dall'estero degli italiani per discutere di legalità e di tenuta della democrazia. Piazze organizzate da associazioni, volontari, nuovi comitati e le realtà che si sono via via formate, «perché - come ha ribadito una delle organizzatrici dello Sbarco Rita Lavaggi - oggi c'è un sottobosco di colpevolezza, una voglia d'impegno che non sempre trova gli spazi per esprimersi e considera troppo angusti quelli di associazioni e partiti».
Del prossimo anno se n'è continuato a parlare anche nel pomeriggio, a piazza Alimonda, quando nella ricorrenza organizzata dal Comitato piazza Carlo Giuliani come ogni anno per la morte di Carlo, il cantautore Alessio Lega tra «I morti di Reggio Emilia» e una canzone dedicata a Genova, ha gridato dal palco: «Torniamo tutti tra un anno per creare nel centro di Genova una zona rossa, anzi rossonera, non per fede calcistica ma politica. E fuori tutti gli stronzi».
L'argomento è ricorso nei capannelli, con la raccomandazione data in mattinata da Bolini «Nessun reducismo, non fa bene a nessuno». «Mi sembra fondamentale dieci anni dopo ribadire l'attualità di quel movimento, ancor più in una fase di crisi del sistema economico nella fase più truce - dice Alfio Nicotra - Se il movimento fosse stato ascoltato prima, le cose sarebbero andate diversamente, purtroppo poi c'è stata la cesura del governo Prodi. Sarebbe stata una buona alternativa al berlusconismo. Siamo stati travolti. Oggi bisogna umilmente mettersi a disposizione di un processo d'aggregazione che parta da contenuti e non solo da gruppi dirigenti». Intanto in piazza s'alternano Nando Dalla Chiesa, Don Andrea Gallo, il segretario nazionale del partito dei lavoratori Marco Ferrando, tanti esponenti locali della Sel e di Rifondazione. Uno che era nel servizio d'ordine nel corteo di sabato massacrato di botte in corso Italia gira con la maglietta del Genoa Social Forum «Voi 8 noi 8 miliardi»: «eravamo pacifisti, dopo le cariche un po' meno. Il servizio di sicurezza? Non servì a niente, ci hanno piallato».
Piazza Alimonda alle 17,27 si riempie di applausi. Quest'anno non c'è stato nessun minuto di silenzio. Ma l'Anpi ha steso la sua bandiera con su delle rose vicino al punto dove allora cadde Carlo. Intorno gli striscioni degli antifascisti «Per chi fino all'ultimo è rimasto davanti».