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Carlo 9 anni dopo. Vittime di stato, un call center
Alessandra Fava
Fonte: Il Manifesto, 20 luglio 2010
20 luglio 2010

Oggi, nove anni dopo quel 20 luglio 2001 il Comitato Piazza Carlo Giuliani (dal nome di quella targa scarabocchiata con lo spray blu diverse volte che ancora esiste-resiste in rete) dà nuovamente appuntamento a piazza Alimonda nel pomeriggio. Sin dal primo anniversario la famiglia di Carlo e i suoi amici l'hanno pensato come un incontro per condividere musica, suoni, «Per non dimentiCarlo».
Oggi ci saranno tra gli altri Renato Franchi e l'Orchestrina del suonatore Jones, Alessio Lega, Luca Lanzi e la Casa del vento e la compagnia teatro degli Zingari con «Luoghi del delitto» che presenta letture anche di «Lamento in morte di Carlo Giuliani» e «Con il nome di mio figlio».
Ma intanto qualcosa di nuovo è passato: il Comitato è diventato qualcosa di più grande, grazie a una rete che si chiama reti-invisibili.net e raccoglie comitati, associazioni, parenti, tutti quelli che negli anni hanno deciso di capire qualcosa su morti misteriose, su qualcuno ucciso in piazza dalla pistola di un carabiniere come Carlo Giuliani o Francesco Lorusso, arrestato per un'infrazione stradale e sparito in una caserma come Stefano Frapporti o ucciso per strada come è successo a Federico Aldrovandi o sparito in un ospedale psichiatrico come Francesco Mastrogiovanni. È Haidi Giuliani che dal 2003 ha lavorato perché nascesse questo sito, ma non aspettate che ve lo racconti lei («c'è reti invisibili, è importante» è il commento che riuscite a strapparle). Lo ha sottolineato Francesco Barilli, il mediattivista che se ne occupa in una due giorni organizzata dal Comitato, «Vittime di stato - Quale giustizia?» al quale hanno partecipato anche le figlie di Giuseppe Pinelli e la sorella di Iaio Iannucci: «pensavo di fare un lavoro di ricostruzione storica da Portella delle ginestre a oggi e invece mi sono reso conto che ci sono decine di vittime collaterali e solo quelle in cui parenti o amici hanno cercano testardamente la verità resistono nella memoria collettiva».
In questi giorni è nata l'idea di creare un call center con una rete di avvocati affidabili. Perché come dimostra il caso Cucchi, quello di Frapporti e per certi versi anche Giuliani, «un avvocato che stia dalla tua parte, specie nelle piccole città è la prima cosa necessaria» commenta Gilberto Pagani degli Avvocati europei democratici.
Intanto stamattina si guarda a un altro pezzo di futuro: il 2011, quando in occasione dei 10 anni dal G8 associazioni e pezzi di movimento hanno intenzione di collaborare per una riflessione sul capitalismo e la globalizzazione di questo decennio, l'evoluzione del controllo e la militarizzazione, i beni da difendere, il lavoro. Nuovamente a Genova, dieci anni dopo. Se ne parla stamattina all'Auditorium Sant'Agostino in piazza Sarzano. Domani fiaccolata notturna alla caserma Diaz.