I MAXI-PROCESSI del G8 riprendono ufficialmente giovedì prossimo, 28 maggio. In calendario c´è la prima udienza dell´appello per le 25 presunte Tute Nere che nel luglio 2001 «devastarono» e «saccheggiarono» la città di Genova. Ma una serie di errori nelle notifiche fatte ai protagonisti della vicenda rischia di fare slittare il dibattimento al prossimo autunno. L´allungarsi dei tempi non avrà conseguenze sulla pena eventuale, perché per questi reati non scatta la prescrizione. Esattamente il contrario di quello che accadrà per un secondo appello - atteso a breve ma non ancora fissato - quello per i soprusi e le violenze commesse nella caserma di Bolzaneto. Il copione della prossima udienza è già scritto: alle 9 di giovedì, al presidente della II sezione della Corte d´Appello - Maria Rosaria D´Angelo, con a fianco Paolo Gallizia - saranno resi noti i difetti nelle notifiche. Ci vorrà quasi un mese, prima di rimettere le cose a posto. A questo punto al giudice relatore, Massimo Cappello, resterebbero poche udienze prima della pausa estive. Troppo poche.
Potrebbe essere un buon motivo per rinviare direttamente alla metà del prossimo settembre. A suo tempo il tribunale aveva accolto quasi per intero le tesi dell´accusa - sostenuta dai pm Andrea Canciani e Anna Canepa - condannando 24 dei 25 imputati a pene che complessivamente hanno largamente superato il secolo di reclusione.
Musica diversa si era invece ascoltata nel processo per i fatti di Bolzaneto, con 15 condanne su 45 imputati, a meno di un terzo della pena richiesta dai pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati. Questo procedimento, che deve ancora essere assegnato (i bene informati scommettono nuovamente sulla sezione della D´Angelo), sarà preceduto da un´udienza per decidere del ricorso presentato dall´Avvocatura dello Stato. Che non ha nessuna intenzione di liquidare i danni subiti da oltre duecento no-global finiti nell´inferno della caserma.