Chi esce dal Munizioniere del Ducale, spesso, dice che è come aver preso un pugno sullo stomaco. Là sotto, spazi ricavati nei sotterranei del palazzo simbolo di Genova, è in corso la mostra che, ogni anno di questi tempi, viene organizzata dal comitato Piazza Carlo Giuliani.
La curano quelli di Progetto comunicazione, professionisti volontari e militanti milanesi, che, dopo il Libro bianco sui misfatti del luglio del G8, dopo la mostra eccellente dell'anno passato sulle Comunità resistenti, dopo quella sulle vittime del terrorismo di Stato, dei fascisti e delle polizie, si sono cimentati con i temi della nocività del lavoro allestendo foto, testi, installazioni e video offerti da decine di autori su omicidi, malattie, donne, fabbrica, migranti, cantieri, precariato, infortuni, diritti, schiavitù, salario.
"Al lavoro, Genova chiama", è il titolo della mostra e del contenitore di iniziative in corso dal 15 e che proseguiranno fino al 22 luglio intrecciando proiezioni, dibattiti, presentazioni di libri (tra gli ospiti Roberto Ferrucci, Marco Rovelli, Francesca Comencini, Salvatore Palidda) e momenti di memoria in piazza.
Un lavoro prezioso che, con involontaria coincidenza, è stato intercalato, quest'anno, dalle scadenze processuali per la Diaz, l'altroieri le richieste di condanne, e Bolzaneto, lunedì scorso la controversa e deludente sentenza. La somma tra la verità processuale e lo sforzo di memoria a 360 gradi ribalta l'emergenza sicurezza e la propone in termini affatto diversi dalla vulgata massmediale: a uccidere è la mancanza di diritti, la loro negazione, il deficit di accoglienza non il loro eccesso. Lo stesso messaggio che, in queste ore, sta facendo circolare in città don Andrea Gallo, protagonista di due giornate di festeggiamenti per i suoi 80 anni.
Domani, alle 17.27 - momento in cui, sette anni fa, la pistola di un carabiniere mise fine alla vita di un ventitreenne coinvolto negli scontri innescati dalle cariche illegittime degli stessi carabinieri contro un corteo pacifico e regolarmente autorizzato - tutti coloro che avranno voluto rispondere alla chiamata saranno ancora in Piazza Alimonda. Ci saranno Andrea Rivera e un'orchestra di rom genovesi, con un supporto di alcuni elementi della Banda di Piazza Carcamento (esperimento multietnico locale sulla scia dell'orchestra di Piazza Vittorio) ad accogliere quanti giungeranno in corteo dal Ducale dove in mattinata è previsto il dibattito "L'Italia è una repubblica che convive con la tortura" con Mauro Palma di Antigone, Riccardo Noury di Amnesty, tra gli altri, e Marta Vincenzi, la sindaca di Genova che, alle 13, riceverà a Tursi le vittime della Diaz e di Bolzaneto.
Sarà il momento in cui si incroceranno i calendari di "Genova chiama" con quello "Genova città dei diritti", rassegna promossa dal Comune tra il 16 e il 26 e che, dopo aver visto la presenza nei dibattiti, tra gli altri, di Caselli, Forgione, Tambuscio, Francesco Barilli, Haidi Giuliani, Flavio Lotti, si concluderà con un concerto di Manu Chao.
Nel calendario non mancano i riferimenti al G8 del 2001: lunedì 21, anniversario della notte cilena della Diaz, al Teatro Diana sarà presentato da Vittorio Agnoletto e Lorenzo Guadagnucci il fumetto Dossier Genova G8, realizzato da Gloria Bardi e Gabriele Gamberini per BeccoGiallo; poi si tornerà alla Diaz per una fiaccolata. Per la prima volta, i testimoni di quei giorni rimetteranno piede in quella che fu la sede del Genoa social forum, la scuola Pascoli, dove la polizia entrò per «errore», manganellando e trafugando i computer dei legali. Aperte le trattative per la visita privata delle vittime di quella notte nella scuola di fronte, quella della macelleria messicana.
Il giorno appresso, a Palazzo Rosso, sarà la volta del volume curato da Mario Portanova per Melampo, Inferno Bolzaneto, presentato da Enrica Bartezaghi e Giuliano Pisapia. Alla stessa ora, al Munizioniere, il criminologo Salvatore Palidda, discuterà di Continuum della violenza, dal G8 a ora con Jean Paul Masse, sociologo francese e l'attivista inglese Matthias Monroy.
Stamattina, al munizioniere, si proverà a discutere del prossimo G8, quello che dovrebbe tenersi alla Maddalena.
Ma, se la memoria pare ben conservata, le aspettative sulla ripresa della mobilitazione sono dominate da uno scetticismo diffuso. Sollecitato su Diaz e Bolzaneto dal pubblico, durante uno dei dibattiti della Città dei diritti, l'ex di Mani Pulite, Gherardo Colombo ha detto, proprio la sera della richiesta di condanne, che «forse si è perduto un certo grado di indignazione». Genova chiama: ma chi risponde? E da dove?