RICORDARE i giorni del G8 e quella follia collettiva che ebbe il suo momento più tragico nella morte di Carlo Giuliani. E mentre il Comune promuove dieci giorni di iniziative ("Genova capitale dei diritti"), il comitato "Piazza Carlo Giuliani" ha varato un calendario parallelo, mai sovrapposto agli eventi pubblici, centrato su una mostra (dal 15 al 22 luglio) e su un convegno a palazzo Ducale che avrà per argomento la
tortura, seguito da un corteo da piazza De Ferrari a piazza Alimonda, teatro della tragedia.
«In piazza Alimonda - dice la madre di Carlo Giuliani, Haidi, presentando le iniziative - ci sarà dolore ma anche levità. Sarà presente Andrea Rivera, l'attore noto per le sue provocazioni al citofono, mentre la parte musicale sarà affidata a un'orchestra di artisti Rom».
È una presenza non casuale, quella degli artisti gitani, visto che le giornate saranno connotate anche da un banchetto dell'Arci dove verranno raccolte le impronte digitali per la campagna nazionale contro la discriminazione dei Rom. Sorprendente l'idea della mostra che accompagnerà le giornate del ricordo ("Al lavoro, Genova chiama") centrata sul tema delle morti bianche. Una mostra sulle tragedie del lavoro per ricordare un
giovane che è morto in tutt'altre circostanze. Perché? «Non vogliamo parlare solo di Carlo - ha proseguito Haidi Giuliani - alla mostra nella Sala del munizioniere si parlerà della Thyssen, delle morti bianche nei cantieri edili e di quelle legate all'amianto. Una sezione sarà dedicata anche al porto». Giuliano Giuliani, padre del giovane, aggiunge qualche ricordo. «Mio figlio non ha mai avuto un impiego fisso, studiava Storia -
dice - come tanti giovani si arrangiava con lavoretti saltuari, impieghi trovati attraverso una cooperativa di servizi, quello che fanno i ragazzi della sua generazione: perché se fosse vivo, oggi Carlo avrebbe trent'anni». Voglia di ricordare e voglia di sapere. «La vita di Carlo per la gente non è e non deve essere importante, anche se lo è certamente per
noi - incalza Haidi Giuliani - Ma quello che conta adesso è la sua morte. Chiediamo di sapere perché Carlo è morto, come è morto, chi lo ha ucciso».
E nel pieghevole stampato dal Comitato per celebrare l'anniversario del 20 luglio, rispuntano le immagini di quel giorno e vengono rilanciate accuse.
Una sequenza di foto, già comparse nelle aule del tribunale, mostra quella che è presentata come «l'unica vera pietra di piazza Alimonda», ironicamente contrapposta alla ricostruzione secondo la quale un sasso avrebbe deviato la pallottola esplosa da Mario Placanica facendola finire accidentalmente proprio contro Carlo Giuliani. Uccidendolo per caso. La "vera pietra", secondo i familiari del ragazzo, è un sasso che nelle foto si vede prima distante e poi vicinissimo alla testa di Carlo Giuliani.
«L'autopsia ha rilevato una lesione sulla fronte di nostro figlio - riprendono - Vogliamo sapere se qualcuno, come gesto di spregio o per finirlo, lo ha colpito mentre era già a terra.
Bruno Viani