SE fossero stati piantati cinque pali in cemento di fronte a Hanimalhouse, la Caserma di Nassirya (e magari tenuto conto dei preavvisi che vi erano stati), non avremmo dovuto celebrare i funerali dei militari e civili morti per l'esplosione dell'autobomba (12 Carabinieri, 4 militari e 2 civili). SE avessimo, in tempo utile, inviato a Nassirya i mezzi di trasporto blindati purtroppo specie solo dopo la triste vicenda della battaglia "dei due ponti", non ne avremmo dovuto sopportare le tristi conseguenze. SE avessimo mandato gli elicotteri blindati prima che ciò divenisse inevitabile per la morte del Maresciallo Simone Cola e avessimo ascoltato le denunce dei piloti circa la sicurezza dell'elicottero anziché accusarli di codardia, forse avremmo evitato quel lutto. SE si fossero rispettare le regole di ingaggio non si sarebbe sparato all'ambulanza nell'agosto 2004. SE avessimo ascoltato quanto asseriva la vedova del Maresciallo Massimiliano Bruno al TG3 circa torture effettuate in Iraq, forse avremmo potuto dare un maggiore contributo di civiltà e di pacificazione in quel contesto. SE si fosse vigilato con maggiore attenzione sull'attuazione delle norme di distruzione dei materiali bellici ritrovati e sull'assoluta proibizione di riportare in Patria reperti archeologici, forse non ci saremmo trovati nella situazione di scoprire in una caserma del Nord-Est armi e materiali archeologici.
SE fossero state adottate tempestivamente le misure di protezione per l'uranio impoverito, cioè se fossero state adottate quando le adottarono i reparti USA che con noi cooperavano in Somalia, e cioè il 13 ottobre 1994 e non sei anni dopo, forse non ci saremmo trovati a contare i morti e i malati di tumore e i bambini con malformazioni alla nascita. SE si fosse rispettato quanto prescrive la Legge 308/81 circa gli indennizzi ai volontari, non ci saremmo trovati con tante famiglie che hanno dovuto pagare, a loro spese, le cure mediche e anche i funerali e forse ci saremmo accorti che l'uranio rappresenta un pericolo non solo per i militari ma anche per i civili (quelli inviati da noi e quelli locali) considerati come "tanquam non essent". Pensiamo, ad esempio, alla morte del Prof. G. Caselli e dell'ecologista P. Colli. Analogo al problema dell'uranio è, peraltro, quello dell'amianto che ha comportato centinaia di morti e malati anche in ambito militare.
SE a Genova, durante il G8, a Piazza Alimonda, fossero state impartite disposizioni diverse per l'uso delle armi da fuoco, forse non ci saremmo trovati a piangere la morte di Carlo Giuliani. SE in Italia fossero state impartite adeguate norme per la distruzione di residui bellici, non ci sarebbe stata la morte del Maresciallo Alberto Andreoli, per l'esplosione di una bomba portata in Italia da un teatro di guerra. SE fossero state impartite adeguate norme per il controllo delle armerie, forse non avremmo dovuto assistere alla triste evenienza della perdita di vite umane come quelle di Emanuele Lutzu, di Samuele Utzeri e di Michele Sanfilippo.
SE in Italia fossero state fatte osservare scrupolosamente le norme contro il nonnismo (una proposta di legge che lo considerava reato non è mai stata approvata durante la legislatura!) non ci saremmo trovati di fronte a fatti così sconcertanti come scoprire che nell'Esercito volontario esistevano addirittura delle "nonne", come quella della Caserma della Folgore di Siena, che ha impartito legittimi ordini di attività fisiche ad un subordinato e non sarebbe accaduto, presso la Caserma Spaccamela di Udine, ad una volontaria di dover subire violenza da un Maresciallo (peraltro successivamente promosso) e forse avremmo evitato all'Accademia Militare di Modena il caso della Cadetta Albanese Erriona Canga che ha dovuto lasciare l'Accademia, oppure quella del Cadetto Albanese Ermir Haxhiai, precipitato da una finestra (era il quarto caso che negli ultimi dieci anni si è verificato a Modena), dopo quelli di Signudi, Ciampa e Chiurdo. E così pure avremmo evitato il verificarsi di spiacevoli condizioni didattiche a cui sono stati esposti alcuni allievi. E così forse non sarebbe potuto accadere un caso di vessazioni, come quello del Sergente Mariano Pierri e forse si sarebbe evitata la morte del Paracadutista Emanuele Scieri, il cui cadavere venne trovato solo dopo tre giorni nella Caserma di Pisa.
SE fossero state emanate norme drastiche e rigorose per lo svolgimento delle operazioni di soccorso aereo non ci troveremmo, in questi giorni, ad ascoltare le udienze in Tribunale per la tragica fine del Capitano dell'Aeronautica Maurizio Poggiali morto per il ritardo dei soccorsi. SE fossero state impartite drastiche disposizioni per il recupero dell'aereo AMX al Comando del Capitano Pilota Carrone, caduto nel mare presso Rimini in circa 20 mt di profondità, il relitto, attraverso operazioni di dragaggio e cacciamine di facilissima esecuzione, sarebbe stato ritrovato e forse avremmo scoperto le cause dei tanti gravi incidenti, di cui sei mortali, legati all'impiego di questo aereo. SE fossero state attuate le dovute precauzioni di sicurezza e procedure (che erano divise tra Eserciti e Marina) non sarebbero morti cadendo dall'elicottero da 50 metri di altezza (in Kossovo nell'agosto 2001) i Caporal Maggiori G. Floretti e P. Nigro.
SE fossero state emanate drastiche norme per la concessione dei "nulla osta di segretezza" affidata, tra l'altro, ad un Ente che non esiste per legge, l'UCSI (Ufficio Centrale di Sicurezza) come chiarito, in modo inequivocabile, nella relazione del COPACO, Comitato Parlamentare di Controllo, nella relazione al Parlamento del 6 aprile 1995), non ci saremmo trovati di fronte a un NOS in possesso di un brigatista (Mezzasalma). SE vi fosse stata un'adeguata vigilanza sui Servizi Segreti forse oggi non saremmo sospettati di aver contribuito alla vicenda dell'uranio del Niger. SE fossero state messe in atto norme rigorose per quello che concerne le basi straniere, qualcuno non avrebbe potuto avanzare sospetti circa responsabilità italiane, sospetti che in una base come quella di Aviano siano state praticate "torture democratiche". SE vi fosse stato un maggiore controllo sui Servizi Segreti avremmo avuto le conferme (e non la negazione) dell'esistenza di una Gladio all'estero (la cui attività era già stata confermata, in un'intervista del 4 aprile 1997 sul 'Corriere della Sera', dall'On. Beppe Pisanu) e forse avremmo saputo qualche cosa di più sulla morte, mai chiarita, dell'addestratore di Gladio, Maresciallo Vincenzo Li Causi, sulla cui fine sono state date versioni tra loro contrastanti, come quella del Gen. Fiore e del Gen. Siracusa e sulla cui vicenda si attende ancora che venga svolta un'adeguata azione giudiziaria.
Dobbiamo insomma constatare che la tanto promessa professionalità delle Forze Armate ha presentato, in questi ultimi anni, qualche lacuna come quelle sopra accennate. E molte cose ci sarebbero ora da fare: a partire da una profonda riforma della normativa sul segreto, dell'abolizione del segreto di Stato impunemente imposto, anche su vicende tragiche riguardanti le stragi e su procedimenti penali rilevantissimi come quelli del Magistrato Mastelloni concernenti la Gladio e la fornitura di armi alle BR. Il segreto è rimasto, ancora oggi, regolato dalle norme del 1941 del tempo di guerra, quando era anche segreto l'orario ferroviario. Occorre una profonda riforma dei Servizi Segreti. Non possiamo dimenticare quanto accadde con la iscrizione in massa dei vertici nella P2. In particolare per quanto riguarda i nulla osta di segretezza. C'è la necessità di dar voce, attraverso rappresentanze sindacali, fuori dall'apparato delle Forze Armate, alle tematiche che sorgono all'interno delle stesse Forze Armate, c'è la esigenza del rifacimento dei Codici Militari di pace e di guerra (ma non per delega al Governo!) su cui si riscontra un ritardo di almeno 60 anni, occorre una riforma dell'Arma dei Carabinieri, oggi addirittura diventata Forza Armata, la cui attività dovrebbe essere sicuramente scissa in quella militare (con compiti di polizia militare precisamente definiti per legge), che forse richiede da 5 a 10.000 uomini, mentre il resto dell'Arma impiegato per compiti normali di polizia territoriale e cittadina, dovrebbe essere civilizzato tenuto conto, ad esempio, che certamente materie come la salute, l'inquinamento, l'archeologia, le opere d'arte etc., non richiedono un addestramento bellico e una formazione bellica!
Infine necessita una revisione profonda di tutto ciò che è ingiustamente segretato attraverso accordi internazionali non resi noti al Parlamento, circa le basi straniere in Italia, l'attività che vi si svolge, le armi che vi sono custodite, anche in contrasto con quanto stabiliscano le leggi vigenti in Italia in materia.
Falco Accame