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Il medico trovò Federico già morto. Ma Pisanu non lo sa
Checchino Antonini
Fonte: Liberazione, 21 febbraio 2006
21 febbraio 2006

Slitta ancora la presentazione della perizia autoptica sul corpo di Federico Aldrovandi, il dicottenne morto all'alba del 25 settembre scorso durante un misterioso controllo di polizia. A quasi cinque mesi dai fatti, la perizia doveva essere depositata ieri ma i medici legali, incaricati dalla pm Mariaemanuela Guerra, hanno ottenuto l'allungamento di altre 24 ore per l'«estenuante attesa» di Patrizia Moretti, madre del diciottenne, del padre Lino e di parenti, amici e cittadini che chiedono verità e giustizia. E' grazie a loro che è potuta ripartire con nuovo vigore un'inchiesta che sembrava ferma. Ieri, invece, i consulenti incaricati dalla famiglia hanno depositato la perizia di parte nella quale si sostiene che il decesso sarebbe stato procurato da una forzata immobilizzazione, dopo un vero e proprio pestaggio, che avrebbe determinato l'asfissia di Federico. Nulla a che vedere con la pasticciata versione ufficiale che ha cercato di avallare la tesi del "malore fatale" dovuto all'assunzione di droghe. La perizia tossicologica, rivelando la presenza di lievi e insufficienti tracce di oppiacei e chetamina, ha smentito poche ore dopo quella versione. Quelle sostanze non solo non giustificherebbero il decesso ma neanche i comportamenti autolesionistici e aggressivi attribuiti dagli agenti alla vittima. La controinchiesta degli avvocati di parte civile ha ricostruito una scena molto diversa da quella che, solo ieri, il ministro Pisanu ha ripetuto al Senato rispondendo a un'interrogazione del capogruppo Prc Malabarba che voleva saperne di più un evento frettolosamente definito «una disgrazia». Pisanu, ignorando la perizia di parte civile nota da giorni, ha ripreso la prima ricostruzione della questura anche se pare assodato che perfino le due volanti avrebbero riportato relazioni di servizio contrastanti tra loro. Le ferite riscontrate su viso, corpo, capo e scroto di Federico, verrebbero fatte risalire alle conseguenze di una caduta del ragazzo dal tettuccio di una delle due volanti ma neppure il ministro di polizia può esimersi dal riferire che due sfollagente tornarono in centrale rotti «dalla parte dell'impugnatura».

Lo slittamento del deposito della perizia potrebbe causare anche lo slittamento del servizio della trasmissione "Chi l'ha visto? " (atteso per ieri) che ha interpellato un famoso tossicologo di Padova, Davide Santo Ferrara, proprio sulla possibilità che il mix di sostanze riscontrate nel sangue di Federico possa aver dato luogo ai comportamenti riferiti dagli agenti ma non dai testimoni-chiave che hanno raccontato di un giovane che chiedeva aiuto, che implorava di farla finita, che faticava a respirare mentre, sopra di lui, un altro uomo lo teneva immobile tirandogli i capelli, con un ginocchio sulla schiena e un manganello sotto la gola, senza che a nessuno venisse in mente di utilizzare il defibrillatore che doveva essere a bordo della volante. Pisanu riprende anche la parte più incredibile della versione ufficiale, quella che vedrebbe gli ambulanzieri chiedere di non togliere le manette ad Aldrovandi. Possibile che nessuno non abbia informato il Viminale del fatto che il personale del 118 ha dichiarato di aver trovato un corpo «inanimato», già morto, ammanettato e a faccia in giù in una pozza di sangue? Questa è solo una delle domande, nemmeno così cruciale, che hanno bisogno di una risposta. Urgente e non reticente.


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