Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, ha lasciato Facebook: «Ho chiuso l'account perchè tutto è già stato detto. Le sentenze sono definitive. Chi vuol capire ha capito. Agli altri addio. Io torno ad essere mamma privata», ha scritto in un messaggio riportato sulla pagina intitolata a Federico, morto a Ferrara nel 2005 a seguito di una colluttazione violenta che ha portato alla condanna di quattro agenti: Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri. «Federico adesso ha moltissime voci che ringrazio una per una. L'Associazione prosegue sulla strada di Federico e su questa pagina. Ciao», conclude Patrizia Moretti.
La scelta è avvenuta dopo l'annuncio di querela da parte di Franco Maccari, segretario generale del Coisp, il sindacato indipendente di polizia responsabile del sit-in sotto l'ufficio di Patrizia Moretti a Ferrara a sostegno degli agenti condannati per la morte di suo figlio. Maccari ha spiegato le ragioni del suo gesto citando i contenuti di un'intervista rilasciata da Moretti al sito contropiano.org postata sul suo account facebook.
«Penso che Maccari sia uno stalker - ha detto Moretti - Non scendo a indagare le motivazioni dei suoi assurdi comportamenti. Penso sia un vero torturatore morale, che non ha mai avuto scrupoli nei confronti della mia famiglia. Lo diceva anche Heidi Giuliani, perseguitata da giudizi feroci sulla simbolica "piazza Carlo Giuliani". È uno stalker nato. Com'è possibile che una persona così rappresenti qualcuno di onesto? Forse rappresenta le persone come lui». Maccari, in una nota, ha annunciato la querela: «Abbiamo subito di tutto evitando di reagire, ma adesso è davvero troppo». Patrizia Moretti ha già querelato il segretario del Coisp per stalking e diffamazione nel settembre 2013.
«Voglio esprimere la mia piena solidarietà a Patrizia Moretti - ha detto Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista - Esprimere la solidarietà significa assumersi le proprie responsabilità, per cui faccio mie le parole di Patrizia Moretti: penso anch'io che il segretario del Coisp sia uno stalker e un torturatore morale. Se ritiene, questo signore quereli anche me".
Per gli agenti Forlani, Segatto, Pontani e Pollastri, dopo quasi nove anni dalla morte di Federico Aldrovandi il 25 settembre 2005, la Corte dei conti di Bologna ha disposto il sequestro conservativo di un quinto del loro stipendio e dei loro beni per un'ammontare totale di 1 milione e 870 euro a copertura del danno erariale che lo Stato ha avuto, risarcendo nel 2010 la famiglia Aldrovandi. Forlani, Segatto, Pontani e Pollastri dovranno pagare 467 mila euro ciascuno per il comportamento colpevole e per gli errori commessi durante lo svolgimento del servizio di quella mattina.
«Finalmente si è arrivati al completamento della giustizia per la morte di mio figlio - ha commentato Patrizia Moretti - È quello che speravo, mi aspettavo e ritengo giusto, profondamente giusto». «È giusto che non siano i cittadini a pagare per chi quella mattina si è reso responsabile della morte di mio figlio che diceva basta e chiedeva aiuto», ha aggiunto il padre di Federico, Lino Aldrovandi.
La richiesta di condanna al risarcimento verrà esaminata in un processo amministrativo alla Corte dei Conti prevista il 28 gennaio 2015.