La procura regionale della Corte dei Conti dell'Emilia Romagna chiede 2 milioni di euro ai quattro poliziotti condannati per l'omicidio colposo di Federico Aldrovandi. Sarebbe infatti questa la cifra che riguarda l'ipotesi di danno patrimoniale per il risarcimento che il ministero dell'Interno ha pagato ai familiari di Federico, alla mamma Patrizia Moretti e al padre Lino Aldrovandi. Ipotesi, quella del danno patrimoniale, alla quale si aggiunge anche, secondo la magistratura, il danno di immagine. La notizia non sfugge a Estense.com, uno dei siti più coerenti nel seguire la vicenda di Federico Aldrovandi.
«È meraviglioso che ci sia giustizia e questo lo è. Credo che sia una buona notizia perchè le responsabilità per la morte di Federico sono individuali e ricadono su 4 persone, non sulla Polizia in generale», commenta Patrizia Moretti,la madre di Federico Aldrovandi.
L'indagine è guidata da Salvatore Pilato e l'istruttoria è in via di definizione, anche se ormai vicina alla sua conclusione. Una volta citati in giudizio davanti alla Corte dei Conti dovranno essere valutate le responsabilità di ognuno dei quattro agenti, Enzo Pontani, Monica Segatto, Paolo Forlani e Luca Pollastri. La rivalsa patrimoniale può essere anche parziale.
Uno dei blogger che segue la famiglia dall'inizio, Mauro Corradini, aveva depositato un esposto nel 2011 (invitando su Facebook altri a farlo riproducendo un fac simile del documento da compilare) presso il massimo organo di controllo delle spese pubbliche dello Stato per "danno erariale".
Dal momento che il Ministero degli Interni ha scelto di "concludere l'aspetto civile della vicenda pagando alla famiglia Aldrovandi la somma di due milioni di euro", il comportamento dei quattro poliziotti avrebbe "indubbiamente arrecato un danno erariale". Per questo Corradini chiedeva "che si proceda al recupero coatto della somma sborsata dallo Stato". La vicenda dell'omicidio del diciottenne ferrarese, ucciso da quattro poliziotti nel 2005 durante un violentissimo "controllo", è stata al centro di una inchiesta di Liberazione quando usciva su carta. Questo quotidiano comunista fu il primo a portare fuori da Ferrara la storia senza credere alle molte e "imprecise" versioni ufficiali.