Applausi. Quasi una manifestazione sindacale dentro il Tribunale di via Farini, dove ieri mattina si è tenuta l'udienza per decidere le misure cautelari sul conto di Enzo Pontani, il quarto dei poliziotti condannati in via definitiva per la morte di Federico Aldrovandi.
Una trentina di poliziotti del Sap, sindacato autonomo di polizia su posizioni vicine al centrodestra, hanno atteso all'esterno dell'aula la fine dell'udienza del Tribunale di Sorveglianza e all'uscita hanno applaudito Pontani.
Vogliamo dare pubblicamente la nostra solidarietà e vicinanza ad un amico che potrebbe dover patire in carcere come gli altri tre colleghi - ha proclamato il presidente Gianni Tonelli. È veramente triste che nel nostro paese un servitore dello Stato, chiamato ad aiutare una persona che stava arrecando a se stesso dei danni, viene ritenuto colpevole di una negligenza, venga per questo condannato e incarcerato. In un caso così il carcere è una vergogna".
Non sfiorano Tonelli le pesantissime motivazioni delle varie sentenze che hanno interessato gli agenti accusati dell'omicidio seppur colposo di Aldrovandi, ultima quella della Sorveglianza, che un mese fa ha disposto sei mesi di carcere (dove stano tuttora) per gli altri tre agenti, Paolo Forlani, Monica Segatto e Luca Pollastri. Patrizia Moretti, la madre di Federico, ha reagito subito all'iniziativa del Sap: "Sono cose disumane, che mi sconvolgono. Dicono che i poliziotti condannati vivono un incubo, ma il vero incubo è quello che ha vissuto Federico incontrando i quattro agenti che l'hanno ucciso".
Il Tribunale presieduto da Francesco Maisto si è riservato la decisione. Difeso dall'avvocato Giovanni Trombini, Pontani ha letto una dichiarazione con la quale ha espresso "il dolore indicibile che si porta dentro per questa vicenda". Il Tribunale valuterà se è sincera e non tardiva. Intanto a Ferrara un altro sindacato, il Coisp, dal 2 marzo girerà in camper per difendere l'immagine dei colleghi. Ma a Bologna, il consiglio comunale ha votato un ordine del giorno in cui si chiede l'introduzione del reato di tortura e l'estromissione dei quattro agenti condannati dalla polizia.