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Carcere per tre dei poliziotti condannati per la morte di Aldrovandi
Luigi Spezia
29 gennaio 2013

Il Tribunale di sorveglianza di Bologna ha decretato il carcere per tre dei quattro poliziotti - Paolo Forlani, Monica Segatto e Luca Pollastri - condannati definitivamente per omicidio colposo nel giugno scorso dalla Cassazione per la morte di Federico Aldrovandi, all'alba del 25 settembre 2005, a Ferrara. "Un segnale di civiltà" per la mamma di Federico, Patrizia Moretti, che ora spera che "li licenzino dalla polizia. Questo paese non li merita". Il quarto poliziotto - Enzo Pontani - sarà giudicato a fine febbraio.

Il Tribunale presieduto dal giudice Francesco Maisto ha dunque respinto il ricorso degli avvocati che chiedevano l'affidamento in prova ai servizi sociali per il periodo di sei mesi, pari al residuo di pena dopo che tre anni sono stati condonati a causa dell'indulto. Gli avvocati in subordine chiedevano gli arresti domiciliari ma anche questa richiesta è stata respinta, mentre è stata accolta la richiesta del procuratore generale Miranda Bambace che in una durissima requisitoria ha chiesto la pena massima del carcere per sei mesi.

Gli agenti delle volanti di Ferrara Forlani, Segatto e Pollastri entreranno dunque in cella per scontare la pena e saranno come minimo sospesi dalla Polizia. Una delle motivazioni della decisione sta nella considerazione che nell'intervento per bloccare Federico Aldrovandi gli agenti hanno violato una serie di protocolli di intervento, compreso il fatto che non era previsto in un caso del genere l'uso degli sfollagente che invece sono stati impiegati con foga fino a spezzarli.

Un'altra valutazione del Tribunale riconduce al comportamento degli agenti dopo i fatti e cioè che mai i poliziotti hanno dimostrato dispiacere o pentimento per la morte del giovane e, anzi, nella requisitoria del pg è stata riportata la cronologia degli atteggiamenti assunti da uno di essi, Forlani, che anche ha insultato la madre di Aldrovandi. Forlani ha manifestato pentimento per quest'ultimo gesto ma non per la morte di Federico. E i suoi atteggiamenti sono stati ritenuti strumentali per fare in modo di non entrare in carcere.

La madre: "Giustizia per Federico". ''Un altro passo nella direzione giusta e un altro pochino di giustizia che arriva per Federico'', commenta la madre del 18enne, Patrizia Moretti. ''Credo - ha aggiunto parlando con l'Ansa - che il carcere sia una cosa giusta. Chi ha ucciso una persona merita la pena maggiore''. L'auspicio, ora, è ''che lo Stato si dissoci da loro. La Polizia non li merita, nessuno di noi li merita".