«Questa nuova indagine parallela al processo per la morte di mio figlio dovrà far luce sulle tante ombre che restano: il processo si sta per concludere, e gli imputati sono quelli, i primi quattro poliziotti, e quelli restano. Altra cosa sono i favoreggiamenti, i depistaggi su cui la Procura sta indagando e per cui vi sono questi nuovi avvisi di garanzia, questa è la vera vergogna per questa città». Patrizia Moretti, mamma di Federico, commenta così il terzo filone di inchiesta che la Procura ha aperto sui presunti ritardi e depistaggi delle indagini che seguirono la morte del ragazzo. Tre inviti a comparire e rendere interrogatorio sono stati, infatti, notificati in questi giorni a tre poliziotti, due dei quali già indagati nell'indagine bis. La novità di questa tranche di indagine è rappresentata da Luca Casoni, capoturno delle Volanti la mattina della tragedia, chiamato in causa dalla Procura per un colloquio telefonico che ebbe con il capoturno della centrale operativa Marcello Bulgarelli: in quel colloquio, la mattina della tragedia, la registrazione del dialogo tra i due poliziotti venne interrotta dopo che Casoni avrebbe detto «stacca». Questa circostanza emerse ad una udienza del processo in corso per la morte del ragazzo, e il pm Nicola Proto ora vuole chiarire il perché di quell'interruzione. Entrambi sono indagati per concorso in favoreggiamento, mentre il terzo poliziotto «invitato a comparire» agli interrogatori di venerdì prossimo è Paolo Marino, ex dirigente della Upg, l'ufficio volanti, all'epoca della tragedia. Gli verrebbe contestata una omissione d'atti d'ufficio per un colloquio telefonico con il pm di turno di quella mattina, Mariaemanuela Guerra, in cui - secondo l'ipotesi d'accusa - avrebbe indotto in errore il magistrato: Marino testimoniò al processo che fu il magistrato a non volersi recare sul posto per il sopralluogo dopo la morte del ragazzo, ma l'ex pm, che poi lasciò l'inchiesta per «incompatibilità», si difese con una lettera al Csm in cui smentì il dirigente. Bulgarelli e Marino stessi erano già indagati da un anno e mezzo per presunti depistaggi e ritardi nelle indagini, assieme ad altro terzo poliziotto indagato, nell'indagine per cui sono ormai scaduti i termini e dunque la Procura dovrà decidere a breve su tutte queste posizioni.